Una recente indagine condotta da un giornalista di Forbes particolarmente inserito nell’ambiente tech Californiano è nata proprio allo scopo di rispondere a questa domanda, e di farlo portando una serie di dati tangibili, cosicché se di innovazione si parla, lo si possa fare fatti alla mano, e con uno sguardo globale.
Tony Bradley è un habitué dei grandi appuntamenti tech, tra tutti la Black Hat Security Conference a Las Vegas, un evento annuale che catalizza gli esperti del settore, i quali a loro volta organizzano eventi satellite allo scopo di aggregare nuovi esperti e appassionati del tech, oltre che di attirare nuovi fornitori.
Come ci si aspetterebbe, l’esperienza riportata da Bradley è quella di una massa di eventi estremamente coinvolgenti, ma tutti molto simili per formato, catering, pubblico e svolgimento. Gli eventi innovativi, anche quando si parla di budget molto alti, tendono a sembrare uno la copia dell’altro. Ma quest’anno Data Heist di JupiterOne ha saputo offrire qualcosa in più.
A rendere particolarmente esclusivo l’evento di JupiterOne è stata, anzitutto, la sua estrema esclusività. Per accedervi, o meglio, per ottenere le coordinate geografiche della altrimenti sconosciuta location, i partecipanti dovevano crackare un codice.
Un dettaglio che sulla carta può far pensare all’ultima frontiera del nerd, ma che invece per chi si occupa di codici cotidie, rappresenta l’ultima frontiera della sfida. Solo 110 i partecipanti, tutti “geni” del tech, tra cui Sounil Yu, celebrità nel mondo della sicurezza informatica.
Ed è così che la location eclettica, il catering impeccabile, e l’intrattenimento di alto livello hanno potuto contribuire ad un intrattenimento di un altro livello – fruito da pochi, chiacchierato da moltissimi e, prevedibilmente, in futuro imitato da altrettanti.
Esclusività, originalità, sostenibilità e un pizzico di sfida sono dunque ciò che rende un evento più atteso e, di conseguenza, più partecipato, e ciò che assicura, nel lungo termine, la costruzione di una networking community, basata sulla condivisione di un’esperienza, oltre che da una serie di interessi – è ciò che getta le basi per una nuova fruizione del tempo e degli spazi degli eventi.
Alla prossima!
Umberto Gini e il team di Social Booth
www.socialbooth.it